Un tempo per recensire i ristoranti Luigi Veronelli, giornalista ed enogastronomo sopraffino,
consigliava agli 'ispettori' le visite in incognito, col conto pagato di tasca propria, al fine di
avere una cronaca indipendente ed efficace.
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa, almeno quelli di antico mestiere, hanno continuato per questa strada, accompagnando i percorsi con il sistema delle visite in incognito, al di fuori del solito chiasso mediatico, che consacra gli chef come maestri di vita.
Così siamo giunti a Stroppari (Comune di Tezze sul Brenta), sulle tracce della famiglia Scopel
che alimenta con passione e competenza la filiera agroalimentare.
Non poteva mancare una visita al ristorante El Magico, guidato ed ispirato da Patricia e Domenico.
L'incontro multimediale ha concluso la giornata dedicata a Tezze sul Brenta e Stroppari, Borghi del Gusto.
Con la partecipazione del Sindaco di Tezze sul Brenta, l'estroso chef del locale, Mattia, ha saputo offrire ai commensali un saggio della propria creatività, proponendo tre piatti a base di asparagi di Fontaniva.
La trasmissione Borghi d'Europa dedica alle 'opere' di Mattia largo spazio e racconto.
I vini che hanno accompagnato la degustazione sono stati gli autoctoni di Breganze dell'azienda agricola Col Dovigo.
A convivio anche Vicentini1966, poliedrica attività familiare di Maragnole di Breganze. In un inedito format Maria ha intervistato il fratello Paolo .
“Nel 1966 Siro e Bruna aprivano il primo panificio a Maragnole. Supportata dalla passione dei nostri collaboratori, la famiglia Vicentini investe da oltre cinquanta anni in ricerca e innovazione con l'ambizione di creare valore nel territorio. Panificazione, pasticceria e catering sono ciò che facciamo ogni giorno.
Nel 1994 apriamo la nuova sede con panificio e pasticceria. Una realtà ambiziosa per un paesino di campagna così piccolo.
Nel 2017 inauguriamo nel centro storico di Marostica un negozio con cucina a vista che incarna il nuovo spirito. Il negozio diventa un luogo di esperienza del cibo.
Dal 2018 coltiviamo il nostro grano a una manciata di chilometri dal laboratorio di produzione.
Una scelta che arriva dalla ricerca di materie prime di qualità, dal confronto e dallo scambio di idee con persone attente a una produzione etica e sostenibile per il territorio e per le persone. La nostra tradizione in evoluzione. “
Dulcis in fundo : la grappa tabacco nostrano del Brenta di Capovilla.
Racconta Cristian Bertoncello :“L'Associazione ''Amici del Nostrano del Brenta'' nasce quasi per caso una sera di primavera del 2012. Nasce e si sviluppa come una passione, una brama di conoscenza verso la storia e lo sviluppo della pianta del tabacco Nostrano del Brenta..
Il filo conduttore che caratterizza tutti gli eventi organizzati dall'associazione è sempre lo stesso: la storia, la coltura, la cultura, la meditazione, l'eleganza ed un momento di relax.
Il gruppo organizza serate di presentazione , degustazione e narrazione sul tema tema della coltivazione e produzione del sigaro nella valle del Brenta, della riscoperta delle sue tradizioni e dei sapori di un tempo in stretta collaborazione con il Consorzio Tabacchicoltori Monte Grappa.
In una delle prime serate organizzate, più di dieci anni fa, la nostra strada incrocia quella del maestro distillatore Vittorio Gianni Capovilla. La serata, in un locale del centro storico di Bassano, è di quelle che lasciano il segno per intensità e partecipazione al punto che sul finale una stretta di mano suggella la nascita di una collaborazione. Nasce quella sera l'idea di produrre la ''grappa tabacco nostrano del brenta''.
Che ben si accompagna al sigaro Clandestino, un sigaro top di gamma come si usa dire.
Il Sigaro Clandestino è un prodotto di grandissimo pregio, realizzato con tabacchi stagionati oltre 5 anni che dopo la rifermentazione in cella vene invecchiato altri 12 mesi prima di essere controllato uno ad uno dalle maestre sigaraie.
Perché Clandestino: perché per secoli i sigari, detti ''pifferi del Brenta'' per la loro forma, venivamo sapientemente confezionati e contrabbandati a fine di sostentamento dai coltivatori della valle sottoposti alle dure e inique condizioni dei monopoli. La manifattura ha voluto ricordare questi uomini e queste donne che a rischio dell’intero proprio raccolto e conseguentemente della propria vita contribuirono ad alimentare la leggenda di questo tabacco unico al mondo.”